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Comitato provinciale di Novara
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GIORNATA NAZIONALE DEL TESSERAMENTO
Appuntamento nelle piazze di tutta Italia
PER ADERIRE ALL'ANPI IN NOME DELL'ANTIFASCISMO E DEI VALORI DELLA
RESISTENZA
PER DIRE NO AGLI ATTUALI TENTATIVI DI RIFORMA COSTITUZIONALE (ART. 138)
Sezioni del Comitato Provinciale di Novara che aderiscono all'iniziativa e che provvederanno
ad allestire un gazebo per la raccolta delle adesioni:
Romagnano Sesia
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Sabato 23 novembre 2013 Piazza Libertà
dalle ore 10,00 alle ore 12,00
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Novara
Sezione "Marcella Balconi"
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Domenica 24 novembre 2013 Portici di Via Rosselli
dalle ore 15,30 alle ore 19,00
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In concomitanza con la "Giornata nazionale del tesseramento" l'ANPI lancia anche un appello
per la difesa della Costituzione nelle sue linee guida. La difesa dell'articolo 138 rappresenta
la tutela di irrinunciabili "Garanzie Costituzionali".
Pubblichiamo, prelevato integralmente dal sito dell'ANPI Nazionale, l'appello del Presidente
dell'ANPI Carlo Smuraglia.
Appello dell'Anpi alla mobilitazione: il 24 novembre in piazza per difendere la Costituzione
Lettera aperta del Presidente Nazionale dell’ANPI, Carlo Smuraglia, alle cittadine ed ai
cittadini italiani.
“Riguardo alle riforme costituzionali si vuole togliere l’ultima parola ai cittadini su una
norma di garanzia costituzionale (art. 138 della Costituzione). Mobilitiamoci insieme per
impedirlo. L’ANPI invita tutti il 24 novembre, nelle piazze d’Italia, per un appuntamento con
la Costituzione e propone a tutte le altre Associazioni un presidio da tenere nei pressi della
Camera dei Deputati nei giorni immediatamente precedenti al voto (attorno al 10-11 dicembre)”.
La lettera
Care cittadine e cari cittadini, mentre si discute su tutto, sulla stabilità del Governo, sugli
sbarchi in Sicilia, sulla decadenza di un uomo politico condannato con sentenza definitiva,
sulla difficilissima situazione del lavoro in Italia, c’è un silenzio assordante, anche degli
organi di informazione, su un tema di grande importanza perché investe la Carta fondamentale
della nostra convivenza, la Costituzione. In questo quadro, anche di diffusa indifferenza, ci
si appresta a compiere uno strappo vero e proprio alla nostra Costituzione e ad impedire ai
cittadini di fare sentire la propria voce.
Fra poco più di un mese, la Camera voterà, in terza ed ultima lettura, le modifiche dell’art.
138 della Costituzione; e se lo farà con una maggioranza che superi i 2/3 non ci sarà la
possibilità di promuovere un referendum. Finora, ci sono state manifestazioni, iniziative,
lettere ai parlamentari, appelli; ma tutto è caduto nel vuoto e, se non si riesce, col
contributo dei cittadini a cambiare le cose, sarà inferta una grave ferita alla Costituzione.
Sì, perché l’art. 138 della Costituzione, a cui si sta cercando di derogare, è collocato, nella
Costituzione, tra le “Garanzie Costituzionali”; e prevede un rigoroso, ma garantista, sistema
per le eventuali modifiche alla Costituzione. Questo si vuole modificare, delineando meccanismi
sostanzialmente diversi, tant’è che lo stesso disegno costituzionale che si sta votando è
intitolato garbatamente “Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali
ed elettorali”.
Questo disegno di legge (che costituisce una deroga “straordinaria” all’art. 138) è inutile,
ingiustificato e dannoso. Inutile, perché per fare le riforme già mature e su cui si
dichiarano d’accordo tutti (riduzione del numero dei parlamentari, differenziazione del lavoro
delle due Camere, riordino del sistema delle autonomie) basterebbero le procedure ordinarie,
senza toccare, appunto, le “garanzie costituzionali”.
Non c’è alcun bisogno di istituire un nuovo Comitato, quando ogni Camera è dotata di apposita
Commissione per gli affari istituzionali e costituzionali; e non c’è ragione di prescrivere
tempi e modi al di là di quelli ordinari; dannoso, perché in pratica viene collocata all’ultimo
posto, anziché al primo, la riforma della vergognosa legge elettorale vigente (che invece è
urgentissima); perché si prevede di investire ben quattro titoli della Costituzione, per un
complesso di una cinquantina di articoli, per eventuali modifiche alla forma di Stato, alla
forma di Governo, alla struttura del Parlamento, al ruolo del Presidente della Repubblica, cioè
un lavoro enorme e pericoloso (sullo sfondo, c’è il presidenzialismo o il
semipresidenzialismo), oltretutto estensibile anche ad altre disposizioni della Costituzione
(art. 2 del testo fin qui osservato).
È vano il tentativo di dimostrare che in tutto questo non c’è nulla di male o di grave, di
accusare chi dissente di essere “conservatore” (laddove siano tutti d’accordo su alcune
riforme, già mature, che si potrebbero fare in breve tempo e senza toccare né procedure nè
garanzie) e di spiegarci che il disegno di legge prevede un vantaggio, cioè la possibilità di
referendum in ogni caso, anche quando le modifiche siano state approvate con la maggioranza dei
2/3.
Sarà anche un vantaggio per il futuro, ma intanto non si applica proprio a questa legge che
deroga ad una garanzia costituzionale, togliendo – ora e subito – la parola ai cittadini,
nonostante si sia a perfetta conoscenza dei dissensi e delle contrarietà esistenti nel Paese e
non solo da parte di autorevoli giuristi.
L’ANPI non ci sta; e per questo, mentre invita tutte le cittadine e i cittadini a riflettere, a
informarsi, ad intervenire presso i parlamentari che hanno eletto, ha deciso di dedicare la
tradizionale giornata del tesseramento, che quest’anno cade domenica 24 novembre, ad una grande
campagna di informazione e di chiarimento sul tema, facendo di quella giornata un vero e
proprio appuntamento diffuso per la Costituzione.
I cittadini potranno avvicinarsi ai banchetti ed ai gazebo, assumere informazioni, ricevere
materiale, affinché siano consapevoli di ciò che sta accadendo e facciano tutto quanto sta in
loro con l’ANPI e con tutte le altre Associazioni che si occupano di Costituzione, per impedire
un autentico strappo a danno dei cittadini.
L’ANPI intende poi invitare tutte le altre Associazioni ad un presidio da tenere nei pressi
della Camera dei Deputati nei giorni immediatamente precedenti al voto (attorno al 10-11
dicembre), per formulare una civile protesta, per esprimere contrarietà e per chiedere ai
parlamentari che, quanto meno, se proprio devono approvare questo disegno di legge, lo facciano
con una maggioranza inferiore ai 2/3 sì da consentire che l’ultima parola spetti ai cittadini,
col referendum.
Tutti gli organismi nazionali e periferici dell’ANPI sono mobilitati fin d’ora perché l’intero
mese di novembre sia dedicato a iniziative, incontri, manifestazioni per impedire, nei modi
consentiti dalla legge, che si consumi questo ennesimo attacco alla Costituzione, con evidente
danno per i cittadini e per la stessa democrazia.
Carlo Smuraglia, presidente
nazionale ANPI
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CHI SIAMO
LA COSTITUZIONE della REPUBBLICA ITALIANA
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